In questo bellissimo primo giorno di primavera sembra così difficile accettare ciò che succede intorno a noi.
Solo ieri 7 studentesse italiane sono morte in un tragico incidente stradale. Le loro vite poche ore prima erano simbolo di bellezza, giovinezza e libertà e poi le abbiamo viste caricare e chiudere dentro un furgone anonimo che se l'è portate via. Un viaggio dentro al viaggio, la grande e giusta libertà che è costata davvero troppo cara a loro e ai poveri genitori che hanno concesso loro di vivere questo splendido sogno Erasmus e si sono ritrovati all'improvviso dentro un incubo. O almeno questo è quello che qualcuno ieri ha cercato per un attimo di farci credere, che queste nuove generazioni figlie d'Europa anche grazie al progetto Erasmus, possano correre dei rischi maggiori rispetto a chi decide di starsene seduto tranquillo a studiare nella propria città di origine. Insinuazioni queste, a cui però nessuno ha prestato serio ascolto.
E poi arriva l'oggi. Arriva Bruxelles.
Intorno alle ore 8.00 del mattino due giovani individui imbottiti di esplosivo camminano lungo i corridoi dell'aereoporto indisturbati, la nostra civiltà è già stata minacciata e colpita ma sembra che niente possiamo fare contro questi nemici anonimi e cresciuti tra noi che il giorno prima ordinano un caffè al nostro fianco e il giorno dopo uccidono crudelmente decine di persone. Parigi è stata letteralmente massacrata ma si è subito rialzata, le persone hanno ricominciato sin da subito a passeggiare per strada, uscire fuori a cena, prendere la metro, programmare viaggi... la libertà ...la libertà costa cara però, stavolta non si tratta di uno stupido colpo di sonno, si tratta di strategie micidiali condivise da troppi complici e troppo giovani per avere come unico scopo la morte da martire.
Possiamo forse fermare ogni cittadino con barba e capelli scuri che circola in Europa? Possiamo forse continuare a far finta di non aver paura, a far finta di non scrutare negli occhi le persone che incontriamo al supermercato o vicino alle scuole dei nostri figli chiedendoci se sono con o contro di noi? Loro ci sparano contro e noi ci rialziamo faticosamente e ricominciamo a camminare, come se niente fosse ma non è proprio più così ...tutti lo sappiamo.
E infine ci sono loro, i giovani di oggi, le nuove generazione di ragazzi che crescono in questo clima di paura e di orrori, sospesi a metà tra un sogno di libertà che si chiama Europa e un incubo di morte che si chiama Isis. Ragazzi ventenni già cresciuti nel nome di una grande crisi e addesso colpiti ancora in nome di "Allah Akbar". La gioventù, la libertà, la spensieratezza ...tutta la bellezza che appartiene al nostro mondo la stanno bruciando, distruggendo, smantellando pezzo dopo pezzo e noi seduti inermi di fronte ai notiziari della sera dovremmo essere così forti e intelligenti da non permetterlo? Evidentemente questa è la giusta strada ma non sarà facile.
In questo bellissimo primo giorno di primavera sembra così difficile accettare ciò che succede intorno a noi.