De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris
Come al solito, da buona “ritardataria artistica”, mi rifaccio sempre all’ultimo per andare a vedere le mostre … e questa, pur essendo nella mia città, non ha fatto eccezione!
La mostra trova sede presso il Lu.C.C.A., poliedrico centro multifunzione dove l’arte contemporanea e moderna vengono sviluppate su diversi livelli. Ma concentriamoci sull’esposizione che mi sono gustata da poco: De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris.
Già il titolo promette bene: De Chirico e Savinio … due pittori che letteralmente mi lasciano senza fiato per i loro quadri surreali in cui i paesaggi, enigmatici, stranianti e spesso tragici, quando non sono loro stessi protagonisti indiscussi della scena, fanno da quinta a oggetti e situazioni irreali, atemporali e propriamente “metafisici”.
La mostra apre in bellezza con una vera e propria chicca inaspettata: le 'Muse inquietanti' proprio di De Chirico (1917-1918) ... mai avrei pensato che la nostra bella, ma piccola Lucca, potesse ospitare un “gigante” di tale splendore, che risalta pienamente – e direi anche alla grande – sulla bella parete turchese della sala, come già il Lu.C.C.A. ama fare.
Ma l’esposizione non vanta solo la presenza di questi due artisti, ma procede con quegli Italiens de Paris che sul finire degli anni Venti del XX secolo trovarono la propria scena pittorica proprio nella Ville Lumière: parliamo di Massimo Campigli, René Paresce, Gino Severini, Filippo De Pisis e Mario Tozzi, a cui il centro dedica alcuni spazi in qualche modo monografici.
Troviamo così il meraviglioso e in qualche modo “classico” 'Donne al telaio' di Campigli e la rapida, ma proprio stupenda nella sua apparente semplicità 'Natura morta con pesce' di De Pisis: ma queste sono solo alcune delle gioie per me, ex studentessa universitaria di storia dell’arte.
Alcuni di questi, infatti, li avevo già incontrati nei miei studi, ma altri – come Mario Tozzi – sono stati nuovi e affascinanti ai miei occhi proprio per questa novità.
Ed è proprio su questa novità, sul ruolo “estraniante”, ma anche leggero e di rivelazione dell’arte che vorrei soffermarmi. E vorrei prendere ad esempio i 'Fiori' di Tozzi dove delle arance trovano uno spazio inatteso su quella tovaglia dai toni lillà: noi non potremmo essere come quelle arance che appaiono inaspettate sotto un vaso meraviglioso di fiori? Noi, piccoli osservatori, possiamo così essere testimoni – ma anche attori protagonisti – di un mondo fatto d’arte e bellezza? A volte basterebbe così poco per poterci soffermare a riflettere, e per me questo “poco” è stato questo quadro … che mi auguro possiate vederlo anche voi.